La mediazione in pillole: la Serbia

Secondo il ministro della giustizia, Nikola Selakovic, una delle priorità fissate nel piano strategico nazionale di riforma giudiziaria per il periodo dal 2013 al 2018 in Serbia consiste nell’alleviare i tribunali attraverso la creazione di un sistema efficiente e sostenibile di risoluzione delle controversie attraverso la mediazione[1].

La mediazione in Serbia sino al 2014 ha avuto uno sviluppo giudiziario, nel senso che i Tribunali avevano dei panel di mediatori, vi era poi un Centro di mediazione pubblico e altre autorità ed organismi privati[2].

Nel mese di maggio 2014[3], la Serbia ha poi adottato una legge sulla risoluzione delle controversie[4] tramite la mediazione (Gazzetta Ufficiale della RS.”, No 55/2014[5]) che è in vigore dal 1 ° gennaio del 2015.

Il sistema comprende un registro dei mediatori che al 30 di novembre 2015 contava 227 presenze. La legge prevede che il registro sia pubblico e che il database sia indicato sul sito del Ministero: il Registar posrednika si può trovare all’indirizzo http://www.mpravde.gov.rs/intermediaries.php.

Ogni parte in mediazione sopporta le proprie spese. È prevista una tariffa ministeriale delle spese di avvio e delle indennità dei mediatori nei casi in cui le parti non si mettano d’accordo per il pagamento.

Ogni mediatore diventa tale in base ad una apposita formazione (di base e specialistica per alcune materie), al rilascio di un apposito permesso di mediazione[6] e all’inserimento in registro.

La formazione di base è di 30 ore divise su cinque giorni[7].

Ogni mediatore deve rispettare un codice etico[8].

La mediazione in Serbia è preventiva e giudiziaria

Ha in generale carattere volontario, ma può essere ordinata dal giudice e ci possono essere leggi speciali che la considerino condizione di procedibilità.

Riguarda tutti i diritti disponibili, a meno che la materia non sia di competenza esclusiva del giudice o di altra autorità.

L’unica materia sottratta alla mediazione alla legge attiene alla riscossione delle entrate tributarie; e dunque mediare è ad esempio possibile in materia civile, penale, ambientale, amministrativa e di consumo.

Ovviamente la mediazione riguarda anche le questioni transfrontaliere; il governo serbo garantisce peraltro la possibilità di eseguire gli accordi di mediazione sul proprio territorio tramite l’ausilio dei Tribunali e dell’Alta corte di Belgrado.

La legge prevede espressamente che la partecipazione alla mediazione sia personale e che l’avvocato possa partecipare alla mediazione unitamente al suo assistito.

Soltanto le persone giuridiche possono essere rappresentate in mediazione da un legale oppure dal legale rappresentante.

Le sessioni di mediazione son riservate e lo status della riservatezza è assai chiaro e dettagliato: è stato modellato sia sopra il dettato della Direttiva 52/08, sia in relazione al regime previsto dalla legislazione del Regno Unito in attuazione della predetta Direttiva.

Il mediatore è un soggetto neutro che deve condurre la procedura con rapidità e assicurando l’eguaglianza tra le parti.

I motivi che potrebbero comportare l’astensione del mediatore (per imparzialità od altro) possono essere superati con il consenso delle parti.

La procedura si avvia con una domanda a cui entro 15 giorni deve corrispondere l’adesione;  l’avvio può intervenire anche in sede giudiziaria: in tal ultimo caso il processo viene sospeso e la mediazione può durare 60 giorni (in cui la prescrizione viene interrotta e la decadenza viene sospesa).

Il mediatore viene scelto dalle parti e,  mancando il consenso, dal giudice o da altra autorità.

Interessante è il fatto che l’accordo di mediazione possa intervenire anche soltanto in fatto, quando la ricostruzione giuridica delle parti è difforme.

L’esecutività dell’accordo dipende da due requisiti: da una clausola di esecuzione nella quale il debitore autorizza l’esecuzione in caso di accordo e dall’autenticazione del giudice o del notaio delle firme del mediatore e delle parti.

Il mediatore di base è un serbo laureato che non ha subito procedimenti penali per cui sia risultato indegno, che deve aver conseguito una apposita formazione, aver ricevuto un apposito permesso di mediazione (della durata di tre anni la prima volta e di 5 anni in sede di rinnovo) ed essere inserito in registro ministeriale pubblico.

In alcuni settori del diritto per la mediazione possono essere prescritte condizioni particolari.

Anche i giudici possono mediare, ma devono farlo gratuitamente e una volta concluso l’orario di lavoro.

Il mediatore di un altro stato membro può mediare le controversie transfrontaliere in Serbia a condizione che ciò sia previsto reciprocamente dallo stato di provenienza del mediatore stesso.

Il mediatore è tenuto a far presente al giudice e ad altra autorità che la mediazione si è conclusa ed ogni anno deve inviare una relazione al Ministero sulle mediazioni concluse e su quelle cessate, nel rispetto della riservatezza.

Per vedersi confermato il permesso di mediazione il mediatore deve frequentare 10 ore di aggiornamento annuale e dimostrare di aver condotto 5 mediazioni.

La formazione in Serbia è condotta da quattro organizzazioni[9] su autorizzazione del Ministero: essa serve a condurre una procedura  indipendente, efficace ed efficiente.

Alla formazione consegue un certificato che in copia è contenuto in un apposito registro ministeriale.

[1] http://www.paragraf.rs/dnevne-vesti/301115/301115-vest5.html

[2] http://medijator.com/medijatori-srbija/

[3] 23 maggio 2014 è la data di adozione del Parlamento.

[4] ZAKON O POSREDOVANJU U REŠAVANJU SPOROVA in http://demo.paragraf.rs/WebParagrafDemo/?did=236413

[5] Del 27 maggio 2014.

[6] Se ne occupa una Commissione nominata dal Ministro della Giustizia e formata da un giudice, un mediatore ed un soggetto del ministero.

[7] http://nums.rs/wp-content/uploads/2014/12/PRAVILNIK-O-PROGRAMU-OBUKE-ZA-POSREDNIKA-44-2005.pdf

[8] http://medijator.com/eticki-kodeks-posrednika-srbija/

[9] http://www.mpravde.gov.rs/registar.php?id=9572