Antiche province

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In Lombardia tra il XVIII ed il XIX secolo il numero delle province variò ben 5 volte in un secolo:

– prima del 1751 le province erano 9,
– tra il 1751 ed il 1786 divennero 6,
– dopo il 1786 divennero 8,
– nel 1805 divennero 12 (si chiamavano dipartimenti),
e poi nel 1814 arrivò il regno Lombardo-Veneto con due territori governativi (divisi dal fiume Mincio) e due sedi di governo: Milano e Venezia che si chiavano “centrali governative”.
Il governo, eminentemente esecutivo degli ordini di S.M. d’Austria, era formato da tre organi: Vice-Re, Camera e Senato.
Al di sotto c’erano le congregazioni che erano formati da rappresentanti delle province (quelle Lombarde divennero 9) e delle città di ogni territorio.
Le congregazioni provinciali rendevano conto ad una congregazione generale.
Queste congregazioni erano sostanzialmente i consigli provinciali attuali.
Esse inoltre incassavano i tributi e li impiegavano, mentre la congregazione generale aveva una funzione di mera sorveglianza.
Le congregazioni potevano essere di prima, seconda e terza classe: Milano era di prima classe ed aveva una congregazione formata da 8 rappresentanti più quelli cittadini. Sondrio era di terza (4 componenti), tutte le altre di seconda (6 componenti).
I membri delle congregazioni potevano soltanto eseguire gli ordini e se commettevano degli abusi si poteva protestare direttamente presso il Re d’Austria.
In ogni provincia si stabilì poi una intendenza politica che ancora nel 1840 si chiamava delegazione e si trovava però solo in Milano.
Più o meno corrisponde all’attuale giunta provinciale.
Le delegazioni controllavano il territorio politicamente e potevano sospendere lo stipendio a coloro che non svolgessero i loro doveri (sospensione del soldo).
Il presidente della congregazione provinciale era un membro della delegazione nominato dal Re.
Ogni provincia a partire dal 1814 fu divisa in distretti: Milano ne aveva 16.
Ogni distretto aveva 10.000 abitanti.
Ogni distretto era comandato dai regi commissari e dai cancellieri del censo che erano sotto il comando della delegazione provinciale
Il cancelliere del censo faceva rispettare le leggi politiche e si occupava di conciliazione.

La conciliazione amministrativa era obbligatoria in Lombardia già dal 1775.

“Nelle differenze tra comune e comune devono i cancellieri interporre l’opera per conciliarle, informando la regia delegazione dei disimpegni a parer loro creduti i più convenienti, prevenendo sempre ogni procedura giudiziale, come qualunque spesa a carico del comune, e nel caso che tali differenze accadano tra comuni soggetti a diverso distretto, i cancellieri si concerteranno per la conciliazione, e faranno d’accordo rapporto alla regia delegazione, motivando le ragioni delle rispettive parti”.  (Il censimento milanese opera del dottor Natale Cotta Morandini, Volume 3, Bettoni, 1832, p. 193).

E già nel 1792 si conosceva la spending review.

“A raggiungere lo stesso scopo della pubblica economia si potrà utilmente affidare allo stesso individuo più ufficj, quando siano compatibili con l’estensione del territorio e per il numero delle comunità. Così nel carrettiere si potrà riunire l’ufficio del pedone, nell’agente comunale quello di maestro di scuola, nel sagrestano quello di seppellitore, e la stessa persona può essere campanaro, custode dell’orologio ed anche cursore”. (Il censimento milanese opera del dottor Natale Cotta Morandini, Volume 3, Bettoni, 1832, p. 190)

Fino al 1848 poi il processo di primo grado che si teneva davanti al Pretore vide sempre la celebrazione della conciliazione obbligatoria.

“Qualora poi nulladimeno fosse stato dato corso ad una petizione senza il previo esperimento di conciliazione e fosse stata agitata la causa, non potrà una tale mancanza formar motivo di nullità della procedura, ma il superiore Tribunale, a cui incombe particolarmente d’invigilare sulla osservanza di questa salutare prescrizione, dovrà riprendere seriamente il negligente pretore ed anche multarlo, ed in caso di più recidive denunziarlo al supremo tribunale di giustizia”. (Articolo XI Governativa Notificazione di Milano 2 marzo 1824).