L’adr del consumo in numeri

Ad oggi gli organismi di consumo dei 28 paesi UE a cui si aggiungono Norvegia, Islanda e Liechtenstein sono 358.

Gli Stati che hanno comunicato alla UE un numero maggiore di organismi sono nell’ordine: Francia, Regno Unito ed Italia.

L’utilizzo più ampio del reclamo elettronico di consumo e dunque della piattaforma  Ue  riguarda gli abitanti della Germania, del Regno Unito e della Spagna.

In generale possiamo dire che più sono gli organismi a disposizione e maggiori sono i reclami presentati. Fa eccezione però la Spagna che è al terzo posto per reclami anche se  allo stato non ha comunicato alla UE alcun organismo interno.

I reclami che sono stati 57.557 dalla istituzione del sistema, riguardano essenzialmente tre settori: 1) abbigliamento 2) biglietti aerei e 3) beni attinenti alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Il 61,35% dei reclami riguarda però transazioni che sono maturate all’interno dei paesi di cittadinanza e dunque sono reclami nazionali.

La qualcosa dipende soprattutto dal cosiddetto geo-blocking: 1) i dazi e gabelle che vengono imposti agli acquisti di modo che il prezzo viene maggiorato per i non cittadini, 2) l’assenza di una rete di spedizione che costringe chi compra beni non elettronici a ritirarli nel paese di acquisto.

Già nel 2011 la Comunità Europea lamentava un danno di 49 miliardi. Così si è puntato il dito contro l’assenza di tutele giuridiche, ma il problema più grande è appunto quello del geo-blocking che, per i beni non soggetti a copyright, dovrebbe venir meno alla fine del 2018.

La tutela stragiudiziale mediante reclamo non è comunque allo stato utilizzata dato che facendo i conti viene effettuato un reclamo di consumo ogni 8.844 persone.

Organismi-ADR-più-reclami-2018