Se analizziamo i dati che ci vengono forniti dal portale della giustizia elettronica e-justice possiamo verificare facilmente che ci sono ben 23 paesi ove la mediazione è a pagamento e non si fanno distinzioni tra primo incontro e incontri successivi.
Allego comunque qui di seguito una tabella riassuntiva della situazione nei singoli paesi.
Stati | Costi mediazione | Annotazioni |
Austria | Non gratuita | Accordo col mediatore |
Belgio | Non gratuita | Accordo col mediatore; gratuito patrocinio |
Bulgaria | Non gratuita | Accordo col mediatore |
Cipro | Non gratuita | Dipende dalla complessità |
Croazia | Non gratuita | Dipende dagli Organismi o dalla legge speciale |
Danimarca | Non gratuita | Ognuno sostiene i suoi costi |
Estonia | Non gratuita | Accordo col mediatore |
Francia | Non gratuita | Quella giudiziaria fissata dal giudice; gratuito patrocinio |
Germania | Non gratuita | Accordo col mediatore; tra 80 e 250 € orari |
Grecia | Non gratuita | Tariffa ministeriale; max x 24 ore |
Inghilterra e Galles | Non gratuita | Il costo dipende dal fornitore |
Irlanda | Non gratuita | Accordo col mediatore |
Irlanda del Nord | Non gratuita | Il costo dipende dal fornitore |
Italia | Gratuita (v. sentenza del Tar Lazio – Prima Sezione – N. 11235/2010 REG.RIC.) | Primo incontro |
Lettonia | Gratuita o non gratuita | Accordo col mediatore se non gratuita |
Lituania | Non gratuita | Costo dipende da qualifiche ed svariati fattori. |
Lussemburgo | Spesso gratuita | Se non gratuita accordo col mediatore |
Malta | Non gratuita | V. regolamenti 2 e 4 del Legal Notice (decreto) 309 del 2008. |
Paesi Bassi | Non gratuita | Dipende dalla controversia; gratuito patrocinio |
Polonia | Non gratuita | Tariffa (primo incontro maggiorato) |
Portogallo | Non gratuita | Dipende dalla controversia |
Repubblica Ceca | Non gratuita | Primo incontro 400 CZK per ora (per le prime tre ore) poi accordo col mediatore |
Romania | Non gratuita | Accordo col mediatore |
Scozia | Non gratuita (salvo che per liti di vicinato e discriminazioni) | Accordo col mediatore |
Slovacchia | Non gratuita | Varia da caso a caso |
Slovenia | Gratuita (per tre ore) la pubblica | Le organizzazioni private applicano tariffe differenti per la mediazione. |
Spagna | Gratuita (giudiziaria)
Non gratuita (non giudiziaria) |
Accordo col mediatore |
Svezia | Non gratuita | Accordo col mediatore |
Ungheria | Non gratuita | Accordo col mediatore |
Alcuni paesi (ad es. Francia e Paesi Bassi) hanno anche la possibilità del gratuito patrocinio a carico dello Stato, ma la mediazione resta comunque sempre a pagamento.
Ci sono due stati dove la mediazione può essere gratuità e a pagamento (Lettonia e Lussemburgo).
In Slovenia quella pubblica è gratuita per l’utente per le prime tre ore, ma gli organismi privati si fanno sempre pagare.
In Scozia è gratuita per alcuni tipi di liti (ad es. liti di vicinato e discriminazioni), ma per il resto è a pagamento.
In Spagna è gratuita soltanto quella giudiziaria.
In Repubblica Ceca quella giudiziaria comporta che il primo incontro – che ha la medesima funzione che assume da noi – si paghi 400 CZK per ora (per le prime tre ore) e che poi ci si accordi col mediatore
In Polonia il primo incontro comporta il pagamento di una tariffa maggiorata.
In almeno 12 paesi il costo è concordato tra le parti ed il mediatore perché può accadere che si proceda preventivamente alla stipula di un contratto di mediazione che viene firmato da coloro che partecipano alla mediazione ed in esso si inserisce appunto anche il compenso dei mediatore (in Romania costituisce addirittura titolo esecutivo a favore del mediatore). Ci sono poi paesi in cui semplicemente non è previsto l’organismo di mediazione ed il mediatore dunque esercita individualmente e si mette quindi d’accordo con le parti.
Ove sono presenti i fornitori di mediazione può accadere che ci sia una tariffa statale, oppure che ogni fornitore richieda i costi che ritiene meglio, o che ci sia un sistema misto; in ogni caso chi svolge questa professione o agevola chi la svolge viene retribuito.
La prestazione di mediazione, quando non è regolata come in Italia compiutamente dallo Stato, può essere determinata in modo misto, ovvero può tenere conto di tutta una serie di parametri come accade ad es. nei Paesi Bassi o nel Regno Unito.
Anche negli Stati ove è possibile la mediazione gratuita, comunque il mediatore riceve un compenso e ci sono paesi ove la mediazione è addirittura supportata dallo Stato (così a Malta ad esempio); non è nemmeno immaginabile per qualsivoglia paese europeo che inoltre un organismo di mediazione eroghi delle prestazioni che non vengano supportate o da spese di avvio, o da finanziamenti privati o ancora dallo Stato.
La stessa direttiva europea 11/13 che dovremo recepire entro il luglio 2015 prevede del resto che gli organismi di ADR possono rifiutare la controversia, se il valore è inferiore o superiore a una soglia monetaria prestabilita; il che presuppone che comunque anche in materia di consumo debba essere preservato il valore ed il funzionamento dell’ente che eroga le prestazioni.
La situazione che dunque si è venuta a creare in Italia con la pronuncia del T.A.R. Lazio – Prima Sezione – N. 11235/2010 REG.RIC. di cui non si censura qui il contenuto, ma le conseguenze, è intollerabile perché nega alla radice sia il valore, sia il funzionamento degli organismi di mediazione e conseguentemente impedisce ai mediatori di operare, mediatori già costretti peraltro dal decreto del fare a lavorare il più delle volte gratuitamente.
Nessun professionista della mediazione lavora assolutamente gratis, a meno che non lo voglia, così come accade ad esempio al mediatore russo che può decidere di erogare le sue prestazioni a pagamento o gratuitamente, ma non c’è uno Stato che si arroga il diritto di stabilirne le condizioni di sopravvivenza.
In queste ore si è formato spontaneamente un Comitato che chiede allo Stato italiano di intervenire legislativamente prima che sia troppo tardi a cui mi sento di dar voce anche con questo contributo: allego qui di seguito il loro comunicato Lettera al Ministro – C.U.O.M. – 26.01.2015.
E dunque se si vuole che il Servizio di Mediazione in Italia non muoia, se non si vogliono spegnere i sentimenti di migliaia di mediatori che ci hanno creduto e che continuano a crederci, se non si vuole gravare l’economia del nostro paese, già così fortemente provata, con ulteriori licenziamenti relativi ai dipendenti degli Organismi, se non si vuole che i tribunali aumentino ulteriormente un carico giudiziario già insostenibile, se non si vuole che l’Europa ci trovi, a partire dal luglio prossimo, nella totale incapacità di dare attuazione fattiva ai nuovi provvedimenti europei in tema di ADR dei consumatori, il Governo deve dare una sollecita risposta.