Qualche numero sulle misure di degiurisdizionalizzazione


L’analisi tecnico-normativa del d.l. 132/14 (ora disegno di legge n. 1612 in fase di conversione) ci dice che si pensa verranno definite in negoziazione assistita 35.000 procedimenti l’anno e che siccome questi non arriveranno mai in giudizio lo Stato ci perderà 3.500.000 €.

Si aggiunge che “le disposizioni sono tese,pertanto, a deflazionare consistentemente il contenzioso giudiziario con evidenti effetti di risparmio in temi di risorse umane, finanziarie e strumentali, connesse allo svolgimento di un procedimento civile”.

Non si capisce da dove giunga tanta convinzione dal momento che in Francia sono state omologate solo 7 procedure.

A meno che non abbiano pagato 500’000 euro di contributo unificato a testa, il che mi sento di poterlo escludere.

Secondo il rapporto “The functioning of judicial systems and the situation of the economy in the European Union Member States” (15 gennaio 2013) del Consiglio d’Europa in Italia nel 2010 ci sono stati 753 arbitrati di cui peraltro nessuno conosce la durata.

Sì, 753 come la data di fondazione della città di Roma.

Il d.l 132/14, come è noto, affida la deflazione del contenzioso all’arbitrato.

Tenendo conto che secondo il rapporto statistico del Senato sulla Giustizia del 2013

(http://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/dossier/file_internets/000/000/063/Dossier_011.pdf)

alla fine del 2010 c’erano 5.487.286 processi pendenti di questo passo dunque ci vorranno 7287 anni per smaltire l’arretrato del 2010

Il d.l. 132/14 si è affidato anche alla negoziazione assistita.

In Francia ci sono state 7 omologazioni.

(http://www.senat.fr/rap/r13-404/r13-4045.html)

E dunque per smaltire l’arretrato del 2010 secondo questo parametro che è il solo conoscibile e conosciuto ci vorrebbero 783.898 anni.

Ma  la relazione tecnica al decreto 132/14 dice che la n.a. definirà 35.000 controversie; se diamo per buono il dato per smaltire l’arretrato del 2010 ci vorrebbero solo 157 anni.

Se i dati matematici sono questi evidentemente la soluzione va ricercata altrove.

Ora, abbiamo detto che il Ministero è preoccupato perché se chiuderanno effettivamente 35.000 controversie in n.a. lo Stato perderà 3.500.000 di gettito derivante dal contributo unificato che nessuno pagherà.

Lo Stato invece non è preoccupato di aver speso per la giustizia nel 2013 7302 milioni di euro.

Non è preoccupato di avere al Ministero della Giustizia come impiegati amministrativi 47.135 persone a fronte di soli 6471 giudici professionali e non (ordinari e GDP) sul territorio.

Che cosa fanno al Ministero della Giustizia 47.135 persone che non si occupano di giudicare le controversie?

Sia i dati del Senato che quelli del Rapporto del Consiglio d’Europa ci dicono che in Italia nel 2010 ci volevano 493 giorni per un primo grado, 1268 per un appello e 1231 per un giudizio di Cassazione.

E destinare qualche Magistrato che si trova al Ministero a giudicare sul territorio o assumere altri giudici no?

Non si possono usare i 3.500.000 di gettito che andrebbero persi con la n.a. per dislocare qualche nuovo magistrato sul territorio? Con questi soldi in un anno potremmo a stare larghi pagare lo stipendio ad almeno 60 di loro.

Ora se anche facessero 2 sentenze alla settimana quasi seimila processi in più verrebbero sicuramente definiti.

E questi sono numeri fattibili.

Ma vogliamo parlare di mediazione?

Sempre secondo il rapporto del Consiglio d’Europa nel 2010 ci sono state 18.525 mediazione con un tempo medio di definizione di 56 giorni.

E dunque secondo il consiglio d’Europa una mediazione sarebbe 53 volte più rapida di un giudizio, almeno in Italia.

Non varrebbe la pena di investirci almeno un po’ di fiducia?

http://ec.europa.eu/justice/effective-justice/files/cepej_study_justice_scoreboard_en.pdf

7 pensieri riguardo “Qualche numero sulle misure di degiurisdizionalizzazione

  1. Bel pezzo, complimenti. La conclusione la sottoscrivo in pieno. Ho intervistato, come sai, molte persone, esperte e non. I primi a non avere fiducia nella mediazione sono gli Avvocati, salvo eccezioni ovviamente!

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  2. Arbitrati
    L’arbitrato è un istituto regolamentato dal codice di rito da decenni e, quasi sempre, gestito dagli avvocati; inoltre presso tutte le Camere di Commercio, dal 1993, ci sono le Ca-mere arbitrali. Perché finora questo istituto è stato così poco utilizzato ?
    “… fino ad oggi la diffusione dell’arbitrato ha avuto i limiti ’dei costi elevati delle procedure e della natura degli organismi arbitrali che, anche al di fuori degli arbitrati ad hoc, hanno sempre avuto vocazione localistica’. Limiti riguardanti anche ‘l’insufficiente terzietà, spesso la scarsa preparazione tecnico-deontologica degli arbitri e la carenza di forme certe di tutela’.
    Lo afferma in una nota l’Unione nazionale camere civili (Uncc) che ha costituito la Corte nazionale arbitrale, come istituzione ‘autonoma e indipendente presente su tutto il territorio nazionale’ “ .
    “Processi troppo lunghi? Costi troppo alti? In aiuto arriva l’avvocato-arbitro” – Enrico Bronzo, Il Sole 24 Ore, 25.5.2014 http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2014-05-25/processi-troppo-lunghi-costi-troppo-alti-aiuto-arriva-avvocato-arbitro–105222.shtml?uuid=AB9P9yKB
    Cioè: costi elevati, insufficiente terzietà, scarsa preparazione tecnico-deontologica.
    Se lo dicono gli avvocati !

    Negoziazione assistita .
    Qualche dubbio mi sovviene: le vedete le assicurazioni che parteciperanno alla nego-ziazione assistita in relazione ad un incidente automobilistico? Pensate che le banche prende-ranno parte in maniera fattiva a seguito di una richiesta di rimborso per interessi anatocistici ?
    Ma il punto fondamentale penso sia un altro. “Il Sole 24 Ore” del 3.9.2014, pag. 36, riporta uno studio dell’OUA, in cui vengono confrontati i costi di una controversia giudiziale con quelli della negoziazione assistita per scaglioni di importo. Per quanto superfluo, questa costerà complessivamente molto meno al cliente. Di particolare interesse, però, è il confronto relativo al compenso dell’avvocato:
    – scaglione 5.200 / 26.000 euro : negoziazione 1.890 , giudiziale 4.835
    – scaglione 26.000 / 52.000 euro : negoziazione 2.295 , giudiziale 7.254.
    Perché il professionista non abbia interesse al maggior introito dell’assistenza in giudizio (rectius, ad entrambe le parcelle) l’avvocato che assiste la parte nelle negoziazione do-vrebbe essere DIVERSO da quello che la rappresenterà nell’eventuale susseguente giudizio . Come diceva Adam Smith “non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che aspettiamo il nostro sostentamento, ma dalla considerazione del loro proprio interesse. Noi ci affidiamo non alla loro umanità ma al loro egoismo, e non gli parliamo mai dei nostri bisogni ma del loro vantaggio” (altri hanno detto, “Focus on interest, not position”, ma sono autori poco graditi agli avvocati). Non parliamo poi del fatto che entrambe le parti (ed i loro avvocati) staranno molto ben attenti a ciò che diranno nella fase di leale cooperazione, avendo sempre in mente il possibile giudizio successivo (se chi ha scritto il decreto legge avesse co-nosciuto la mediazione …. !).
    .
    Auguri.

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    1. Caro Giovanni, chi conosce la storia dell’arbitrato sa che non è stato per millenni in mano ai giuristi, ma ai boni homines che avevano la più disparata estrazione. Quello che avevo da dire sulla n.a. l’ho scritto in vari siti; in Francia è un istituto già morto, non vedo perché dovrebbe vivere da noi, peraltro con presupposti e disciplina diversi; l’istituto da noi non ha nemmeno la logica che ha in Francia. Un caro saluto

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